E’ stato davvero un esordio folgorante quello di Digiovanni, almeno per noi di Now We Rise: sonorità diverse da quelle che siamo abituati ad ascoltare nelle giornate di uscite discografiche, un timbro particolare che non ricorda altro da sé, una penna capace di collegare più anime e cuori, come i puntini di gioco enigmistico.
Digiovanni è un cantuatore che merita di essere scoperto, e noi non potevamo fare di meglio che porgergli qualche domanda.
Bentrovato sulle nostre colonne Digiovanni! Partiamo dalle cose semplici: spiegaci l’origine del tuo nome d’arte!
Ciao!
Digiovanni è “semplicemente” il cognome che era di mia mamma.
La tua è una carriera musicale che parte da lontano. Raccontacene le tappe che, secondo te, sono state più decisive.
Prima di Digiovanni, ho avuto un percorso più di band che mi ha portato a incidere musica inedita, a suonare in molti club in Italia, alle finali di Sanremo Giovani e a un Tour a New York (“The Manhattan Clubs Tour”) in cui ho avuto la fortuna di suonare la mia musica inedita in italiano nei club più importanti di Manhattan.
Nel mentre ci sono state tante altre cose. Alcune non belle: ho avuto alcuni anni difficili che non mi ricordo neanche di avere vissuto, anni “che sembra non siano mai esistiti”. Ma ci sono state anche cose molto belle: le collaborazioni con artisti e persone incredibili come Vinicio Capossela, Gary Lucas ma anche come Steve Sidwell e la Metropole Orkest. Se qualcuno, per caso, non conoscesse questi artisti, invito veramente ad andare a leggere/vedere/ascoltare: hanno fatto cose incredibili, magnifiche. Tutte bellissime persone.
Queste sono state sicuramente le tappe più importanti prima di Digiovanni. Un grazie particolare va a Alessio Macchia che è insieme a me da sempre, che ha condiviso questo percorso e che è dentro al progetto Digiovanni al cento per cento.
“In piedi sopra il mare” prima che una canzone è un’immagine molto forte: come nasce il brano?
“In piedi sopra il mare” nasce da una chiacchierata con due miei cari amici che mi piace salutare e ringraziare: Leonardo e Andrea. Loro mi hanno aiutato a rimettermi in piedi, in un certo senso.
“in piedi sopra il mare” è fondamentalmente il bisogno di salvarsi da una quotidianità troppo spesso soffocante. È una via di fuga con cui cercare di ritrovare un po’ se’ stessi, quella spensieratezza che solo quando si ha qualcuno su cui appoggiarsi, come i genitori, si riesce ad avere. È la ricerca spasmodica di qualche breve momento di pace, in cui riesci a non pensare e ad avere un punto di osservazione diverso. Proprio come quando si è in mezzo al mare, “In piedi sopra il mare”
Il brano non segue una sua linearità autorale, creando una giusta tensione fra tradizione e annullamento delle regole. Come ti rapporti alla scena cantautorale attuale? Pensi che si possa ancora parlare, oggi, di canzone d’autore?
Mi piace ascoltare tante cose. Ad essere sincero, più straniere che italiane. Credo che venga da qui il fatto che, musicalmente, la mia scrittura possa risultare diversa rispetto all’approccio della maggioranza dei cantautori e cantautrici italiani.
La canzone d’autore oggi? Io credo che si possa assolutamente parlare oggi di canzone d’autore. Ci sono tanti bravissimi cantautori e cantautrici, da più maturi a molto giovani, che producono e propongono cose molto belle e testi interessanti, che fanno riflettere. Bisogna solo, secondo me, mettersi l’animo in pace che i tempi sono diversi rispetto a quelli dei mostri sacri del cantautorato italiano. Quel modo di comunicare, oggi, risulterebbe fuori contesto.
Secondo me, in questi ultimi anni, il cantautorato sta rifiorendo in maniera importante. A Livorno e non solo, ad esempio, ci sono tutte le settimane degli eventi Open Mic in cui si esibiscono tantissimi bravi cantautori e cantautrici. C’è tanta voglia di comunicare e raccontare, speriamo ci sia altrettanta voglia/interesse di ascoltare.
Vedremo dal vivo il tuo progetto? Oppure hai intenzione di rimanere fermo “ai box” ancora per un po’, in attesa di qualcosa di più “corposo” da dare in pasto ai tuoi fan anche su un palco?
L’obiettivo è quello di suonare il più possibile, ovunque e in qualsiasi momento. C’è una gran voglia di far ascoltare questo ed altri brani a più persone possibile. Il giorno dopo l’uscita di “in piedi sopra il mare” c’è stato subito un live ed è stato il modo più bello per festeggiare il lancio.
Nel frattempo stiamo lavorando con Andrea Pachetti (il produttore), La Rue Records (l’etichetta) e Rizoma (il management) alle prossime uscite per creare, sì, qualcosa di più “corposo” da dare in pasto al pubblico.
Grazie per avermi ospitato, a presto!

Laureata in linguistica all’UniBo con una passione per le arti in tutte le sue espressioni. Sempre attenta alle novità in ambito creativo. Scrivo prevalentemente di cinema, ma mi interesso di tutto ciò che è espressione artistica come la musica e il teatro