Si chiama “Torpedine” ed è il primo disco del progetto solista di Mattia Mari, L’Avvocato Dei Santi. Anticipato dal singolo “Non puoi scegliere“, “Torpedine” è il primo di prossimi volumi eppure è già completo anche da solo. Noi ne abbiamo parlato direttamente con lui, per farcelo raccontare meglio.
Ciao benvenuto su Nowerise! “Torpedine” è il tuo debut album e hai affermato che è il primo di una serie di volumi: dicci di più!
Ciao a voi, e grazie per quest’intervista, prima di tutto.
Torpedine è il primo di quelli che saranno più volumi. Non mi piace chiamarlo EP, che ho sempre trovato come un qualcosa che suoni come una presentazione, un preambolo rispetto a quello che alle orecchie di tutti può sembrare un disco con una durata più lunga e quindi più completo.
Torpedine è un disco completo, un discorso fatto e finito, il meglio di un lungo periodo di scrittura. Non ho voluto inserire brani che per me suonassero meno intensi e non legati allo stesso tipo di songwriting.
È tanto che scrivo, e nel tempo in cui l’ho fatto sono passato attraverso diverse emozioni, diversi ascolti, e per questo penso anche sia giusto racchiuderli in contenitori diversi, quindi penso proprio che usciranno più volumi in tempi non proprio lunghissimi.
“Torpedine” rappresenta un lungo periodo della tua vita, un disco che ha visto dunque una gestazione cauta, lenta in controtendenza rispetto alle veloci e rapidissime uscite discografiche. Dici che tutto questo ti è stato utile a raggiungere il risultato migliore possibile?
Nel mio caso penso sia stato così, sì. Ho mollato I brano solo quando mi sono detto “ok, adesso mi piacciono davvero”.
Tutt’ora li ascolto con vero piacere.
Credo fermamente nelle rifiniture, che il micro sia in realtà il macro, ma credo anche che dipenda dal tipo di musica che si faccia. Amo la visceralità di brani nati e registrati in pochi minuti, così come il crafting estremo. L’importante é sempre e solo il risultato finale.
“Torpedine” è anche il tuo primo disco da solista. Quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto a realizzarlo?
La semplice voglia di esprimermi musicalmente. È il linguaggio che mi viene più semplice parlare.
C’è da dire che quando ho iniziato a scrivere e registrare non pensavo che avrei mai tirato fuori questi brani, lo facevo per mero godimento personale, senza mire. Facendo sentire qualcosa ai miei amici più stretti, poi, mi hanno fatto realizzare che forse sarebbe stato un peccato tenerli solo per me, anche se non so se è davvero così, anche ora. Io continuo a farlo per me, se poi c’è qualcuno che si sintonizzerà sulle mie frequenze, gliene sarò grato.
La copertina è un’opera originale di Ludovica Bargellini, “OMBRA SU PRATO”. Come mai hai scelto proprio questa immagine e in che modo si collega all’album?
Ludovica mi fece dono di questa ed altre illustrazioni poco prima di andarsene. Disse che mi rappresentava in pieno, e penso avesse ragione. Quando decisi di chiamare il disco Torpedine mi sono messo alla ricerca di un’idea per la copertina, finché non ho capito che avevo la soluzione appesa in salotto, sopra la mia testa. Ho aperto la fotocamera frontale per sbaglio è dietro di me c’era Ombra su prato, che non è altro che una specie di ombra elettrica ed energetica su un prato stilizzato.
La torpedine è un pesce che produce elettricità per proteggersi dal vive nell’oscurità degli abissi. Praticamente perfetto.
È ovviamente un omaggio, poi, e la chiusura di un cerchio, qualcosa che è lì per rimanere e vivere in eterno con me e con quel che faccio.
Tirando le somme, sei soddisfatto del riscontro fino ad ora ottenuto?
La verità è che si può avere sempre di più, ma i messaggi che mi arrivano, oltre che le recensioni, sono spesso molto emozionanti e mi fanno pensare che la cosa giusta da fare sia continuare ad esprimermi come faccio, con la musica.
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