Parlare con un artista del suo primo disco è sempre interessante, perché niente è stato ancora detto e la curiosità è al massimo. Questo è il caso di questa intervista a Daniele Cortese, per scoprire tutto di Dan Zone, suo debutto da solista, nel quale è accompagnato dalla voce di Yasmine Zekri.
Ciao Daniele, benvenuto! Potremmo definire “Dan Zone” un concept album?
Un vero e proprio “concept album” non direi. Sono abituato a pensare ad un “Concept” come un disco che ha in qualche modo una sorta di coerenza narrativa dal punto di vista testuale, quello che potremmo definire un fil rouge. Pensando a Dan Zone credo invece che la coerenza sia più stilistica a livello compositivo. Nel senso che la cosa che accomuna i brani è proprio il procedimento compositivo che ho stabilito a priori. Mi sono dato dei paletti o dei dogmi che ho deciso di rispettare per ogni composizione. In primis dal punto di vista della sonorità e poi anche l’utilizzo di elementi musicali ricorrenti in ogni brano come ad esempio: l’utilizzo dei cori, l’utilizzo dei synth, i loop ecc… Gli argomenti trattati nei testi sono molto differenti, a volte più leggeri e coerenti con il sound del brano come in “Man From Nowhere” altre volte invece con un maggiore spessore come in “Peter Bigfoot” o “My roots”. Poi c’è senz’altro l’elemento più caratterizzante e cioè che tutti gli strumenti sono suonati da me e questo fattore crea un ulteriore omogeneità musicale.
Un lavoro che ha richiesto il suo tempo, la cui gestazione è iniziata durante la pandemia. In un certo senso controtendenza rispetto alla velocità alla quale ormai si muove la musica. Una lentezza per te necessaria e soprattutto utile a raggiungere il miglior risultato possibile?
Assolutamente! E’ stato un lavoro che ha richiesto il suo tempo di gestazione e non ho mai sentito la pressione di dover “uscire” con questa nuova proposta. La dimensione è proprio quella della cura della composizione, dell’arrangiamento e della sonorità. Ho passato e passo lunghe notti in studio a sviluppare idee, registrare tracce o a mixare. L’intimità, il silenzio e la calma che mi circondano durante quelle notti descrivono esattamente la dimensione del disco. Credo che il risultato sia decisamente frutto di quel ritmo così disteso di lavoro.
Quali sono state le motivazioni che ti hanno fatto capire che era giunto il momento di pensare prima e realizzare poi un tuo disco solista?
Mi piace moltissimo comporre oltre che suonare il basso elettrico e ad un certo punto è arrivato il momento e soprattutto il tempo a disposizione per potermi concentrare su un progetto che avevo in testa da tempo. Mi sono semplicemente detto che avrei voluto suonare in un disco con tutti gli elementi che vorrei sentire in un disco oggi. L’dea musicale di “Dan Zone” l’ho portata con me per molti anni e in qualche maniera ho sempre rimandato la sua realizzazione, perché spesso impegnato con altre realtà musicali molto differenti. Appena mi ci sono dedicato però è stata come un’esplosione di idee. Non avevo davvero in mente di concretizzarne un disco però poi, raccolto tutto il materiale e trovata una coerenza linguistica, ho creduto opportuno condividerla.
Hai fatto tutto da solo – o quasi. Indubbiamente una scelta di grande libertà ed autonomia artistica, ma che a livello pratico sarà anche stato complesso gestire. Mai pensato di cercare una label che potesse aiutarti?
Gestire tutto da solo dal punto di vista della produzione, scrittura, arrangiamento, incisione di tutti gli strumenti, mixaggio e tutti gli elementi collaterali all’uscita dell’album è un impresa titanica ovviamente.
La partecipazione di Yasmine è stata determinante e fondamentale ma nonostante ciò resta una vera e propria autoproduzione. Sono molto soddisfatto del risultato, lo rifarò. Anzi sono già al lavoro su nuovi brani. Per quanto riguarda una Lebel non ci ho pensato semplicemente perché non ne conosco direttamente e non saprei neanche dove cercarne per il mio genere. E’ buffo ma sono molto più forte sull’aspetto creativo che su quello imprenditoriale.
Parliamo di Yasmine. Un grande talento ma anche una persona che ti conosce bene, forse la scelta più adatta per interpretare i tuoi brani. Quanto è stata importante per la realizzazione del disco e in che modo?
Io e Yasmine oltre che essere sposati suoniamo assieme da molti anni. C’è un intesa musicale molto forte e anche se sembrerebbe scontato non lo è affatto. Credo che ci si stimoli a vicenda. La idea musicale di Dan Zone era chiara da subito e in questa idea c’era la voce di Yas. Yasmine è una cantante eccellente e ha una versatilità davvero rara; l’ho sentita spaziare agilmente dal jazz alla musica da camera dal vivo nella stessa settimana. Io invece nella voce di Yasmine ci sento il Soul ed è quell’aspetto che ho cercato di sviluppare. Molti brani sono già chiari nella mia testa, mi sembra quasi di doverli solo trascrivere, altri invece avevano bisogno di una guida motivica per concretizzarsi e infatti nei brani come “Yellow Car” o “Tony & the Vortex” la forte impronta melodica di Yasmine è fondamentale. In più sono riuscito a convincerla ad incidere anche “Revolution” che è un brano del tutto suo, dove io ho curato solo l’arrangiamento. All’inizio era un po’ riluttante ma per quanto mi riguarda è uno dei brani più belli del disco.
Sei contento di come sta andando il disco?
Si, sono molto soddisfatto di come si stiano sviluppando le cose. Dan zone sta ottenendo molte critiche positive ed è una bellissima sensazione sentire che la musica che hai dentro arrivi, venga apprezzata e condivisa da chi ascolta. In questo momento il brano “Hash” ad esempio è stato inserito in diverse Playlists e web radio: in Brasile, negli Stati Uniti, in Canada e in Spagna e tutte sostenendoci con una una press release del disco anche da loro. Questa cosa mi ha già spinto a rimettermi a lavoro.
Tirando le somme, sei soddisfatto del riscontro fino ad ora ottenuto? E stai già pensando al prossimo capitolo della “zona”?
Si, il prossimo capitolo della “Zona” è già in cantiere. Ho già iniziato a registrare dei brani nuovi e terminandone degli altri che per questo disco ho escluso. Oltre ovviamente a organizzare la prossima stagione di live con l’organico al completo per portare dal vivo Dan zone.
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