Revelation & Visions, la nuova release di Black Snake Moan, ha alimentato in noi una sincera curiosità nel voler conoscere meglio questo interessante progetto. Inevitabile, quindi, un’intervista al talentuoso multi strumentista, attualmente impegnato in un tour promozionale estivo in giro per l’Italia.
Black Snake Moan, siamo felici di ospitarti su Nowerise. Ci incontriamo mentre sei in tour, quindi partiamo da qui. Come stanno andando i concerti e soprattutto, cosa porti sul palco per queste date estive?
Ciao a tutti gli amici di Nowerise. I concerti di questo tour estivo stanno andando molto bene, sono molto soddisfatto di portare live una nuova formazione, nuove canzoni, questa volta in duo con Gabriele Ripa alle tastiere. Ho deciso di arrangiare la mia precedente discografia e portare un nuovo live in power duo, sotto una nuova veste, valorizzando più aspetti più significativi delle mie canzoni, integrando l’ultimo doppio singolo che è nato con questa determinata struttura e coesione di più strumenti.
Come sta reagendo il pubblico al tuo progetto? Che atmosfera si respira sopra e sotto il palco?
Il pubblico sta reagendo molto bene, sono molto sorpreso delle reazioni di tutte le persone che mi seguono dal primo album e hanno apprezzato moltissimo la nuova formazione in duo ed il nuovo doppio singolo; si respira una bella aria sul palco perché non essendo più da solo ho la possibilità di condividere energie e sensazioni che prima non mi era possibile, una vera e propria rinascita artistica che sta sempre più confermando la strada che ho intrapreso con Black Snake Moan, grazie anche al pubblico che ha risposto con grande positività al mio “ritorno”.
Passiamo alla musica. Revelation & Vision è la tua più recente release. Ti va di raccontarci come e quando hanno preso vita queste canzoni?
Revelation & Vision è il mio ultimo doppio singolo, prodotto in collaborazione con Dead Music Records & Tufo Rock Records disponibile in edizione limitata in vinile 7”. Le canzoni hanno preso vita in un solo giorno dopo una lunga session in studio di registrazione, ho voluto omaggiare questo momento così importante e significativo, non solo emotivamente ma anche creativamente, seguendo un particolare flusso che mi ha portato alla realizzazione di queste due canzoni che ho molto a cuore. Revelation & Vision sono due brani complementari, il giorno e la notte di risposte e domande che scorrono parallelamente, tra realtà e fantasia, immaginari riflessivi ed onirici.
Cosa ti lega in modo così profondo al Blues e al Rock di stampo psichedelico? E a tutto l’immaginario che ne deriva.
Il legame più forte che sento con il Blues ed il Rock Psichedelico è la verità ed il mistero; l’attitudine così rock’n’roll, seminale ed evocativa, una vera e propria esperienza. Mi piace molto il concetto spirituale e mantrico, primordiale del blues, lo reputo strettamente connesso alla psichedelia perché ha di base una ripetizione ed una spirale di suoni ed armonie che ipnotizzano l’ascoltatore. Per me sono più di un genere musicale, una ragione di vita, un credo, una religione. Rimasi stregato a 16 anni dopo aver sentito per la prima volta Fred McDowell, Muddy Waters, a Joe Cocker a Woodstock fino ad arrivare ai Doors ed alla neo psichedelia del nostro presente e da quel giorno la mia vita è cambiata.
In un certo senso c’è un ritorno delle sonorità di fine anni ’60 e ’70. Anche nel mainstream, pensiamo per esempio ai Greta Van Fleet e ai Maneskin. Tu come la vedi? Solo moda oppure un reale interessamento a un certo tipo di rock e di attitudine?
Sono contento che ci sia uno “pseudo ritorno” alle sonorità anni 60 – 70 ma credo che non rispecchino quel mondo, almeno da mio punto di vista. Indubbiamente sono band valide ma non riconosco nulla di originale o comunque innovativo, la vedo come solo una referenza di una nuova generazione, ed è comunque un messaggio di rivalutazione e crescita, ma per me, poco stimolante ed autentica. Forse hai nominato proprio le due band che non mi hanno mai trasmesso nulla, ma indubbiamente riconosco la bravura e la macchina vincente che segue il tutto. La musica ha sempre lanciato moda e tendenza, ma il rock non è una solo moda ma una vera e propria attitudine e uno stile di vita, cosa che non vedo molto in questo presente sociale e musicale, la concezione attuale del rock è prettamente stilistica ed estetica, un concetto po’ antitetico e contraddittorio a mio parere. La psichedelia è un mondo molto particolare e profondo, costellato di referenze e storie di impatto socio-culturale, storico e artistico, è un vero e proprio movimento nella linea del tempo, basti pensare al movimento culturale giovanile di fine anni 60, un vero e proprio spirito di ribellione, facendo uso di droghe per entrare in connessione con la natura e sintonia con il prossimo; questo movimento ha segnato un’epoca non solo nella musica ma anche nella moda, nel costume, un vero e proprio messaggio artistico, seminale per la cultura pop rock del XX secolo; la musica per tutti.
La psichedelia è per ovvie ragioni legata ad un certo tipo di droghe, per molti mezzo per “viaggiare” con la mente. Hai una tua idea in merito e magari una presa di posizione personale?
In merito alle droghe, come via di lettura e/o creativa, sicuramente ha svolto e svolge un ruolo che per alcuni è stato determinate e per altri la rovina della carriera artistica, la vedo come la possibilità di vedere e sentire sensazioni e input in una maniera diversa, amplificandone esperienze, viaggi sensoriali, anima e corpo che si fondono, il rock, la psichedelia per me è sesso, è purezza e trasgressione, un viaggio mistico, una profonda riflessione spirituale. La mia droga principale è la musica psichedelica, non mi sono mai sballato così tanto come suonare ore ed ore, immergendomi nei suoni e seguendo il flusso, un percorso ipnotico, (non disgusto le droghe leggere).
Su Nowerise parliamo anche di cinema ed arte, quindi ti chiediamo: se Black Snake Moan fosse un film, che film sarebbe.
Black Snake Moan se fosse un film sarebbe “Easy Rider – Libertà e paura” del 1969 diretto e interpretato da Dennis Hopper, Peter Fonda e Jack Nicholson.