Hoka Hey, un simposio dal retrogusto neoplatonico

Hoka Hey, un simposio dal retrogusto neoplatonico

In occasione dell’uscita del loro ultimo singolo “Aria”, abbiamo fatto qualche domanda agli Hoka Hey: un’intervista diversa, che ha lo stesso sapore del simposio e dal contenuto davvero esplosivo. Quasi, oseremmo dire, formativo…

Questa potrebbe essere la vostra prima non intervista, vorrei portare delle domande particolari, vediamo se ci riesco.

E: Fantastico! Grazie di cuore: amiamo l’originalità soprattutto quando stimola l’intelligenza e le riflessioni! Quindi, procediamo!

Battiato è stato uno dei primi artisti a raccontare e parlare diversamente, a lanciare un proprio linguaggio, e un po’ nei vostri testi sento molto questo distacco da tanti artisti e testi super pop. Vi sentite vicini a lui come uomo o come artista?

E: Iniziamo con il precisare che dal nostro modestissimo punto di vista, il vero Uomo, quello con la U maiuscola, che si fa portavoce e intermediario di Verità di un piano superiore, è sempre un Artista, a prescindere dal suo canale espressivo.
Franco Battiato era ed è tutt’oggi, uno dei pochissimi artisti che aveva una solida e chiara idea di quale fosse il senso più profondo dell’Arte, molto risonante con le straordinarie idee neoplatoniche di “bellezza”, cioè, di “Splendore del Vero”.
Gli Hoka Hey, similmente, cercano di essere fedeli a questo principio, evitando scrupolosamente di utilizzare le proprie creazioni artistiche musicali come veicolo di rigurgiti emotivi, lamentele e identificazioni nei malesseri della personalità.
Se non riusciamo ancora efficacemente a risvegliare le coscienze umane, quantomeno, ci impegniamo con tutta la nostra forza, per non far parte dell’infinita schiera di chi utilizza la musica per alimentare il sonno degli ascoltatori con relative illusioni e bugie.

Non so perché ho esordito con Battiato, però, di fatto, di che cosa ha bisogno la musica in questo momento storico per salvarsi?

E: È quanto di meglio potessimo sperare: iniziare l’intervista citando il Maestro! Che onore!
Stiamo vivendo un’epoca piuttosto oscura anche a livello artistico, quindi, questa domanda è assolutamente coerente, importante e attuale.
La musica dovrebbe recuperare il ruolo che le spetta, in qualità di forma artistica atta ed elevare “frequenze e coscienze” per mezzo di creazioni tradotte in messaggi provenienti dai mondi superiori in cui risiedono la Bellezza, l’Infinito e l’Eterno.
La creazione artistica musicale dovrebbe essere una sorta di espressione magica traboccante di estro creativo, una forma di linguaggio sottile che apre le porte alla Verità e alla possibilità di Onorare il dono della Vita.
È tempo che non sia più mercificata, sporcata e prostituita in cambio di denaro, visibilità, potere e successo: è uno strumento sacro, il linguaggio divino con cui possono essere trasferiti contenuti e frequenze vibranti di rinnovata energia e di libertà.
Nella Nuova Era emergente, ormai alle porte, non ci sarà posto per la musica usa e getta che inchioda le coscienze alla Materia: occorre alleggerirsi e gioire!

M: Sono un appassionato di storia e la musica, come l’arte in senso ampio, rispecchia la società. L’ha sempre fatto e sempre sarà così. Oggi una nicchia porta la sua attenzione verso dei contenuti che permettono di aprire le menti e far pensare, ragionare ma anche provare emozioni pure. C’è poi una vasta fetta, che ha i mezzi di diffusione più efficaci e che si occupa solo di intrattenere. Sebbene io viva la musica anche come intrattenimento, è una cosa alquanto triste quando questa viene usata solo come tale. Il discorso tuttavia non si può racchiudere in una risposta sintetica, se vogliamo parlare di “salvare” la musica mi fai pensare al ruolo che la musica ha nella vita degli esseri umani, andremmo a parlare di antropologia musicale. Mi ricollego a quanto detto, siamo una società che intrattiene parecchio, la musica segue (per fortuna non tutta). A questo proposito consiglio un libro: Boris Vian “musika e dollaroni”.

Qual è per voi il ruolo dell’artista oggi? Perché vince un Banksy nell’arte e i Maneskin nella musica?

E: L’artista è un intermediario che dà voce all’Invisibile, ma come dicevamo poc’anzi, stiamo vivendo tempi in cui si onora e si serve solo la pura Materialità con tutti i suoi inganni.
E in questa dimensione di realtà, la società del consumo, elegge i suoi re: lo ha sempre fatto. A noi, però, non interessa questa società, perché, come ben predicava qualcuno decisamente più famoso dei personaggi da te citati, ci sentiamo “nel mondo ma non del mondo”.
I Maneskin sono bravi, e incarnano meravigliosamente i vizi e le perversioni di questa nostra società: è evidente che siano guidati dalle stesse energie che la governano.
Per questo vengono osannati e onorati in ogni dove: esprimono impeccabilmente lo specchio di questo mondo!
Riguardo a Banksy, rappresenta la naturale evoluzione dell’arte del consumo.
Credo dovremmo aspettare ancora un po’ prima di poter godere dell’Arte e della vera Musica Armonica o Spirituale. Le coscienze non sono ancora pronte: dormono un sonno profondo e hanno ancora bisogno di dare nutrimento alle piccole e deliranti personalità.
Prima bisogna impegnarsi per risvegliare il maggior numero possibile di coscienze: impresa titanica su ogni fronte!

M: Ci sono ottimi comunicatori, sempre di più, e non tanti artisti forse. Non guardo le cose in termini di vinti e vincitori. Magari sia Banksy che i Maneskin dentro di loro si sentiranno vuoti, tristi e perdenti, che ne sappiamo? Perché molti all’apice della loro carriera mollano tutto sennò? Il successo è sempre una facciata. Banksy lo conosco ma non lo seguo attivamente, tuttavia usa modi comunicativi accattivanti e ci vedo del contenuto. Credo sia diverso rispetto ai Maneskin, se proprio vogliamo accostarli (perché li hai accostati a proposito?).
I Maneskin hanno spesso ottime produzioni, non sempre, tuttavia ora li vedo incollati a ciò che il pubblico vuole che siano. Un ottimo prodotto diciamo. La musica non so, io ascolto tutto e non è perché se ti chiami Maneskin dirò che fai schifo. Guardo il mio e mi sembra di perdere energie ad accodarmi alla scia di coloro che creano una sorta di moda anche nel criticare qualcuno.
Anche perché se proprio vogliamo, abbiamo anche qui dato spazio a loro ancora una volta. Ho pochissimi idoli e poca energia (diciamo zero anche) da buttare per disprezzare colui/coloro che vanno disprezzati al momento, meglio concentrarsi su quello che voglio dire in musica.

Perché emergono sempre di più i sentimenti e le emozioni, i testi di artisti rap come Marracash e invece nella musica pop sentiamo sempre le stesse voci o contenuti leggeri?

E: Perché le coscienze addormentate amano e riconoscono “meritevole o bravo” chi sogna lo stesso sogno, o lo stesso incubo, che dir si voglia!
L’espressione perfetta di tutto ciò su cui è basata la dimensione terrestre: si dona al pubblico ciò desidera e che lo tiene schiavo del suo piccolo mondo illusorio.
Un circolo vizioso piuttosto inquietante ma che ancora pochi riconoscono.
È la manifestazione coerente della Legge di risonanza: la maggior parte degli esseri umani vive di rigurgiti emotivi e si riconosce principalmente nelle creazioni musicali che danno voce a tali movimenti.
È comodo, per certi versi anche facile: manca la volontà (talento appartenente all’anima) per spingersi un po’ più su, oltre i meccanismi invalidanti della piccola personalità umana.
Oggi si vive di lamentele, giudizi, paure e, in generale, di frequenze basse e involutive.
La coscienza degli individui, si è stabilizzata sui piani inferiori del piano emotivo e mentale, e da quelle dimensioni, vengono completamente gestite: ci sta che sentano molto la fame di quel cibo!

Di quale messaggio ha bisogno l’umanità da parte degli artisti? Dove stiamo andando?

E: Abbiamo bisogno di Bellezza, intesa appunto, come Splendore del Vero, perché l’Armonia e la Grazia, depositarie di tale principio, elevano le coscienze dalla schiavitù dei sempre più numerosi conflitti umani.
Le persone devono ricontattare urgentemente la loro natura originaria divina, ri-scoprire la verità che sono, e che custodiscono inconsapevolmente nel profondo, spesso celata sotto pesanti menzogne e illusioni.
L’umanità ha bisogno di liberarsi dalle trappole e dalle identificazioni di questa dimensione duale (giusto/sbagliato, bello/brutto, etc.), imparando ad ascoltare la Voce che anima la materia, al di là dei corpi inferiori (fisico, emotivo e mentale) che la rendono manipolabile e ricattabile.
Ormai, la necessità di “salire d’ottava” (per rimanere in tema musicale) dovrebbe divenire la prima imprescindibile meta di ogni essere umano che possa definirsi tale.
Si deve apprendere l’arte della presenza, della capacità di vivere nel “qui ed ora” rinunciando ad ogni illusorio controllo temporale e sviluppando l’osservazione priva di giudizio, per poter prendere contatto con l’osservatore che è ciò che siamo, lasciando andare una volta per tutte, ciò che illusoriamente crediamo di essere.
Ci stiamo dirigendo verso un’Era in cui solo chi si è risvegliato in coscienza può entrare a far parte: chi sceglie di rimane cocciutamente aggrappato alle proprie illusioni, purtroppo, non potrà farne esperienza. Questo è ciò in cui crediamo … questo è ciò che cantiamo … nella speranza che chi è pronto, possa cogliere il messaggio!

By |2022-05-24T10:24:32+02:00Maggio 2022|interviste, musica|